Nel 1906 dieci donne, tutte maestre elementari marchigiane, presentarono la domanda di iscrizione alle liste elettorali a Senigallia. La commissione elettorale di Ancona accolse l’istanza, che fu però subito contestata in un ricorso presentato dal procuratore del Re.
Il ricorso tuttavia – sorprendentemente – fu rigettato dalla Corte di appello di Ancona con una sentenza che confermò l’iscrizione nelle liste elettorali.
Fu così che per dieci mesi, dal luglio 1906 al maggio 1907, le maestre rimasero iscritte nelle liste degli aventi diritti al voto, fino a quanto la Corte di cassazione di Roma cassò la sentenza.
Cento anni dopo, il Comune di Senigallia ha ricordato le dieci maestre Adele Capobianchi, Carolina Bacchi, Dina Tosoni, Emilia Simoncioni, Enrica Tesei, Giulia Berna, Giuseppina Berbecci, Iginia Matteucci, Luigia Mandolini, Palmira Bagaioli e il loro gesto con una targa affissa all’esterno del palazzo municipale, il 2 giugno 2006, 60mo anniversario del primo voto alle donne in Italia.
La vicenda, che è tornata all’attenzione dei media in tempi recenti, è stata oggetto di interesse anche come vicenda giurisprudenziale. Piero Curzio ne ha fatto la materia di un intervento pronunciato a Roma, 27 settembre 2013, durante il convegno dell’ ANM Associazione Nazionale Magistrati ‐ A.D.M.I. Associazione Donne Magistrato Italiane “Donne in magistratura 1963‐2013…..50 anni dopo”.
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